Il GSPi con i Ghost Hunter International alla Villa di Corliano

Qualche mese fa, il Gruppo Speleologico CAI di Pisa è stato contattato dalla redazione americana di Ghost Hunter International, in cerca di supporto in merito al documentario sulla presenza dei famtasmi che avrebbero dovuto registrare presso la Villa di Corliano di Rigoli: difatti, erano previste riprese da effettuarsi, oltre che nell’edificio e nelle sue cantine, anche all’interno di una cisterna per l’acqua, ormai da tempo asciutta, nelle immediate vicinanze della villa, che il nostro gruppo aveva già avuto modo di “esplorare” dietro richiesta del proprietario, il Conte Agostini Venerosi Della Seta.
L’appuntamento è stato il 12 settembre scorso: nel tardo pomeriggio Paolo Mannucci, Roberto Giuntoli e la sottoscritta ci siamo recati presso la villa, muniti di attrezzatura speleo, generatore di corrente, trapano e carotatrice, necessari per forare la cisterna alla ricerca di stanze segrete.

Nell’attesa dell’inizio delle riprese, abbiamo approfittato per fare un giretto nella villa per ammirare gli affreschi e fare qualche foto agli splendidi soffitti, ma anche per curiosare su come gli Americani si erano organizzati: avevano già piazzato sensori per fantasmi e telecamere dappertutto, anche nel giardino, siamo rimasti stupiti dalla loro attrezzatura veramente notevole. Dopo cena, ospiti del Conte, ci siamo messi d’accordo sul da farsi con la redattrice capo della spedizione: in un primo momento avrebbero dovuto monitorare e lavorare nella villa, per poi passare alla cisterna, quindi prima delle due di notte non avremmo potuto fare niente, se non il foro di assaggio con il trapano per vedere se riuscivamo a sbucare nel vano accanto alla cisterna. Al momento del foro, purtroppo, la distanza si è rivelata maggiore del previsto: la lunghezza della punta non era sufficiente per "sbucare" dall'altra parte. Abbiamo misurato con le corde, sopra il terrapieno, quanto potesse essere lo spessore da forare e abbiamo verificato che mancava proprio poco, bisognava allargare il foro con la carotatrice per poter far avanzare il trapano all’interno del muro e permettere alla punta di arrivare dall’altra parte. Prima però, Paolo è andato a parlare con la "capa", che ci ha detto che avrebbero voluto riprendere il momento dell’utilizzo della carotatrice e che, quindi, avremmo dovuto aspettare le due, anche perché avremmo disturbato troppo con il generatore acceso. Non ci restava che aspettare le due: meno male che la serata era stupenda: cielo limpido, luna piena, temperatura piacevole. Nell’attesa, vicini alla cisterna, abbiamo meditato su qualche scherzaccio che avremmo potuto fare ai Ghost Hunters, ma ha prevalso il buon senso. Ci hanno tenuto compagnia la gattina del proprietario e i ghiri incavolati, perché ci eravamo accampati troppo vicini alla loro tana, poi, finalmente, si sono nuovamente materializzati i Ghost Hunters per procedere nelle riprese nella cisterna. L’idea era calare la troupe all’interno e riprendere la protagonista mentre fora la parete della cisterna con la carotatrice. Roberto ha subito fatto presente che per la ragazza, seppur carina e in gamba, sarebbe stato troppo pesante forare la parete, oltretutto rischiando anche di farsi del male in caso di blocco. Abbiamo proposto di iniziare a forare noi dall’altra parte e di finire poi dalla cisterna, nel frattempo Paolo avrebbe istruito la troupe su come scendere. Roberto ha quindi iniziato a forare dall’altro vano, con il mio supporto morale. Dopo qualche tempo il generatore ha smesso di funzionare: un fantasma disturbato dal rumore?? Macché, Paolo diagnostica la rovina della guarnizione del carburatore, ma prima di deprimerci del tutto per la imminente figura barbina ci rendiamo conto che sono solo le viti allentate dalle vibrazioni, è stato sufficiente un cacciavite per far ripartire il marchingegno, con nostra somma gioia.
Fatto il foro fino al massimo consentito, ci siamo spostati alla cisterna per continuare di lì.
Parte della troupe era già all’interno, abbiamo atteso che finissero di girare la scena della discesa della protagonista e abbiamo calato anche gli attrezzi, nonché Roberto. L’altro protagonista mi ha chiesto in prestito il sacco speleo per poter calare le protezioni (occhiali e mascherine) usando la stessa corda con moschettone, ma non è stato un bel momento quando il sacco è volato dentro la cisterna, perché in realtà non lo aveva fissato! Meno male non ha preso in testa nessuno ed era leggero, in ogni caso ho avuto un dejà-vu (Vavavuma)!!. Mi è venuto spontaneo guardarlo e dirgli “it’s very dangerous!” quasi sorridendo, tanto ormai era andata.
Roberto ha ricominciato a forare e, dopo il primo pezzetto, ha lasciato la carotatrice alla protagonista per poter essere ripresa. Dopo qualche minuto Roberto ha potuto riappropriarsi del megatrapano e finire il foro, congiungendosi con quello iniziato dall’altra parte, per poter permettere alla troupe di finire di girare. Quando abbiamo recuperato gli Americani dalla cisterna saranno state quasi le 6 di mattina!!!
A questo punto non restava che passare alle cantine: in un primo momento Paolo voleva procedere subito, per togliersi il pensiero, però io verso le 6 e 30 ho deciso di tornare a casa, non avendo preso ferie (non avrei mai pensato di fare così tardi). In tarda mattinata, mi telefona Paolo per informarmi che in realtà non avevano fatto nulla e che avevano rimandato al pomeriggio. Alla fine il lavoro è stato finito mercoledì mattina, perché la troupe non ha resistito, il giorno prima, a fare un giretto turistico verso Lucca. Abbiamo notato la giovane età di tutta la troupe e ci siamo chiesti se in Italia esista una realtà simile, dove affidano a dei giovanissimi tutta la gestione di un programma.
Da parte nostra, direi che siamo stati efficienti: nonostante la bizza (mancata) del generatore, la punta del trapano troppo corta (ma di poco) e la stazza di un componente della troupe che ci faceva pensare sul passaggio nella bocca della cisterna, i Ghost Hunters hanno ottenuto ciò che ci avevano chiesto, grazie alla nostra capacità di problem-solving. Nulla avremmo potuto per quel sacco fiondato dentro la cisterna, ma la fortuna fa parte del gioco!
E chissà se ripeteremo un’esperienza del genere!

Sandra “Pallina®” Basilischi