...LA PORTI UN BACIONE A FIRENZE... (ramo dei fiorentini)


 C'erano una volta i FIORENTINETTI ,un piccolo gruppo di folletti che cercava disperatamente una "C...asa " e, visto che avevano la pelle bianchissima, decisero di cercarla all'interno di una montagna, dove il sole non li avrebbe scottati...per essere più sicura doveva avere una entrata ed una uscita e per questo motivo decisero di salire sul monte per cercare una via che li introducesse all'interno...ma la ricerca si protrasse nel tempo con ben pochi risultati e tanta fatica, e visto che arrivava l'estate con le sue alte temperature, decisero di prendersi una pausa...questo permise ai BADINOTTI , una tribù a loro ostile, di entrare nei loro cunicoli e prenderne possesso, così da poter affermare al mondo che quella casa dentro la montagna era loro...

 

ma i FIORENTINETTI non si persero d'animo, e sposarono la folle idea di trovare la casa dentro la montagna partendo dal basso...le cronache narrano che i nostri amici arrivarono per primi ad una zona ampia dove poter creare un campo interno dove vivere, e dal quale partirono per cercare di unire la loro strada a quella piratata dai BADINOTTI, al fine di poter affermare che loro erano i padroni della montagna in quanto gli unici a fare il tragitto completo......ma ancora una volta il destino si rilevò fatale...durante una sosta scordarono un sacchetto pieno di ARMINA, il cibo preferito dei BADINOTTI, che richiamati da quel profumo irresistibile, trovarono la congiunzione tra i due rami, proclamando al mondo la fusione Corchia-Fighera', obbligando i FIORENTINETTI ad uscire mestamente di scena... "
DRINNNNN....DRINNNN...accidenti, la sveglia!!! Cavolo, stavo sognando... sabato andremo finalmente al campo base dei fiorentini, e la mia mente si sta preparando....
Tutto è iniziato quasi 2 anni fà, quando Pascal chiese "accompagnatori" per i suoi amici veneti....mi resi disponibile,e quando si paventò l'idea di fare la traversata al posto dell'abisso Guaglio, fortemente mi impuntai (basta traversata !!!) convincendo Pascal ad andare al ramo dei fiorentini, del quale avevo solo sentito parlare...Pascal mi invitò a fare da apripista, raccomandandosi di fare particolare attenzione agli armi....la cosa mi sembrò strana, ma non ci feci caso + di tanto....man mano che salivamo il gruppo si assottigliava sempre di più,tanto che ad un certo punto ci ritrovammo solo io e Pascal...mi condusse fino alla sala del pipistrello, dove riposammo...la forra di Tuchulcha è veramente impegnativa, e il numero di passaggi aerei è notevole......Pascal iniziò a raccontarmi la storia dei fiorentini, che mi risultò veramente affascinante....appurato che gli altri si erano dimezzati e che i supestiti sarebbero a malapena arrivati alla sala del pipistrello, per ingannare l'attesa, Pascal decise di farmi "provare"la galleria Roversi...parte con una strettoia ad esse decisamente stretta, dove la nostra "altezza" è sicuramente di aiuto, e dopo aver strusciato per un pò, ci alziamo in piedi e rientriamo nella forra....i passaggi aerei sono ancora più impegnativi, camminiamo su dei mini " cornicioni "dove trovi lo spazio solo per mezzo piede o sospesi in opposizione con il fiume 10-15 metri sotto di noi...la sensazione di vuoto è palpabile...sembra di non arrivare mai e all'improvviso tutto torna piatto..delle scritte in francese ci accolgono, ma qui ci fermiamo...è passata oltre un'ora, e gli altri ci aspettano.... Da allora nella mia mente è rimasta la voglia di capire l'avventura che questo gruppo fece, culminata con l'acquisto del libro L'ANTRO DEL CORCHIA O BUCA D'EOLO, ma questa storia già la sapete...sabato 18 marzo finalmente partiamo...l'uscita, programmata da tempo, ha rischiato di saltare per impegni geo-elettrici del gruppo, ma quando Paolo ha disdetto la rilevazione, subito ristabiliamo il programma...come sempre facciamo la conta, e i numeri sono miseri...l'uscita non è affatto banale, sono previste non meno di 15 ore e forse questa cosa spaventa...fatto stà che alla fine siamo in tre...qualche dubbio viene, in fondo in grotta dovremmo andare almeno in 4,ma fedeli al motto "pochi ma buoni" decidiamo di andare...daremo la possibilità a Riccardo di testare se stesso.

Mia moglie è terrorizzata all'idea di andare a dormire senza sapere se sono fuori dalla grotta, e l'idea delle 15 ore proprio non le piace, ma se ne fà una ragione....purtroppo rotta dall'ottimismo di Andrea sul numero di ore da passare sottoterra, per lui non + di 10-12...ma io mi sono basato sulla descrizione dei lucchesi, anche loro nelle nostre condizioni di ramo sconosciuto, che pur prendendosela comoda, impiegarono ben 9 ore solo per arrivare...saremo noi + bravi ???? Ottotamoil e...si parte !!!
Arrivati al Corchia, Andrea saluta 2 lunensi (?) che vanno in esplorazione ad un ramo -non ricordo il nome- zona centenario, facendomi notare che loro sono messi peggio di noi.....ma l'essere solo in tre non mi crea nessun problema....vuol dire che usciremo prima.....salendo salendo arriviamo abbastanza velocemente alla saletta del pipistrello, dove facciamo la prima sosta. E' la terza volta che capito qua, e lo spettacolo di questa saletta è sempre un piacere...la sensazione è di essere già a buon punto, ma sulla nostra pelle scopriremo che non è così. Avevo già accompagnato Andrea fino a qua perciò ci siamo occupati di far godere la grotta a Riccardo; breve riposo e di corsa ci infiliamo nella galleria Roversi...non ricordavo la strettoia così "stretta" ma passo con facilità tra lo stupore di Andrea...la sua altezza sicuramente non lo aiuta, ma pure lui passerà senza particolari problemi...signori..la galleria Roversi è qua!!!

Chi conosce il Corchia ha sempre sentito parlare del ramo dei fiorentini e di come loro avanzassero armando, e disarmando al ritorno per non far capire agli altri da dove fossero passati.. noi oggi passiamo in questa forra da capogiro con una corda di sicura che ci tranquillizza (anche se in caso di "scivolata" un volo di circa 2 metri è garantito...) ed è sbalorditivo pensare a chi avanzava senza nessuna sicura.....rimangono comunque molti passaggi in opposizione od in libera che fanno salire l'adrenalina...continuo a fare da apripista saltellando da una parete all'altra...non ho mai avuto soggezione da queste situazioni e viaggio tranquillo, Andrea ha le gambe di 2 metri e procede spedito mentre Riccardo viaggia, ma con molta titubanza...confessa di non amare molto queste situazioni ma alla fine arriviamo nel pari......la Galleria Roversi è molto lunga, ma nella seconda metà diventa una strada ....le scritte in francese ci accolgono....d'ora in poi la grotta è sconosciuta a tutti...saremo a metà??? con questo interrogativo ripartiamo...davanti a noi un traverso davvero inquietante.....è molto alto, ha una campata decisamente lunga anche se lo sfondamento sotto di noi non è altissimo...il problema è che sotto la corda di sicura non c'è nessun terrazzino dove posare i piedi..rimane solo che allongiarsi e saltare da una parte all'altra senza scivolare !!!!così facciamo...ma Riccardo opterà per scendere sul fondo e risalire dall'altra parte...leggiamo e rileggiamo la descrizione...dovremmo trovarci al pozzo del tetto,alto circa 20 metri.....ma davanti abbiamo dei saltini....gli interrogativi ci riempiono la mente quando ci troviamo davanti un pozzo con le pareti piene di fango.....finalmente il pozzo del tetto...salgo per primo; un pendolo lunghissimo ed un paio di frazionamenti ( che ci spostano da una parte all'altra del pozzo ) ci portano in cima...il proseguimento è sulla sinistra...dobbiamo scavalcare un masso con uno sfondamento sulla destra di circa 40 metri che ci procura qualche brivido...finalmente dopo tanto salire scendiamo in una saletta che ci porta alla base del pozzo dell'Omo dove una copiosa cascata scende sulla destra....due corde davanti a noi....rileggiamo la descrizione e "purtroppo" il proseguimento è proprio su quella che finisce sotto l'acqua...Andrea sale per primo e con qualche acrobazia è in cima...tocca a me...ma perdo la presa e oscillando finisco con le gambe sotto l'acqua...Riccardo opta per una partenza a razzo al confine con l'acqua e si bagnerà meno del sottoscritto. Siamo in un meandro in salita, ripido ma non difficile ed un masso ci sbarra la strada..è il bivio del ramo del sole...continuando nella forra ci entreremmo dentro e potremmo uscire dalla buca del cacciatore...ma ci vorrebbero moltissime ore e questo non è il nostro programma...perciò giriamo a sinistra ed entriamo nella galleria di damocle così chiamata per le lame sul soffitto, e al termine una corda ...leggiamo di nuovo la descrizione...non risulta nessun pozzo, ma la via è obbligata, perciò saliamo...poi un meandro e di nuovo saltini in salita....cavolo, ma non arriviamo mai..nella descrizione risulta il pozzo dei tre spit, ma noi continiamo a fare un saltino dietro l'altro..poi ci ritroviamo alla base di un pozzo..saliamo e ci rendiamo conto che lo stato degli armi non è proprio il massimo...nei miei anni da speleologo ho sempre sentito parlare degli armi alla "fiorentina"...durante lo scorso corso, incontrai al Suzanne i fiorentini e scambiate con loro 2 parole presi coscienza del loro menefreghismo ad adottare le minime basi di armo...qui ne abbiamo vari esempi...probabilmente l'età degli armi che ci troviamo davanti è elevata, e trovare uno strato di "pappina" sui moschettoni può essere normale... ma trovare moschettoni in lega su piastrine di acciaio o maglie rapide in acciaio su piastrine di alluminio non ha nessuna spiegazione...devo accettare la spiegazione che avere 2 attacchi mortali o 1 sano e 1 mortale non cambia nulla ???? lascio a voi la risposta...noi con cautela continuiamo a salire..tre spit, o meglio, ciò che rimane di questo armo, ci accolgono in cima e ci confermano la strada...ormai sono ore che saliamo, ma l'orologio ci rincuora...sono "solo" 6 ore che siamo dentro il Corchia...da tempo ci aspettiamo la galleria in salita e finalmente ce la troviamo davanti....saranno circa trecento metri ma il dislivello è notevole e cominciamo ad esaurire le energie...saliamo scavallando continui "crepacci"...non sono profondi, ma sempre di buche si tratta...ad un tratto un grosso masso conclude la salita. Alla sua base sinistra una piccola apertura ci fà passare oltre...una sala ci accoglie e con l'aiuto di un corrimano arriviamo su uno sperone di roccia da dove parte l'ennesima corda in salita con un discreto pendolo..è il pozzo della traversata che ci conduce non senza difficoltà dentro un meandro.. non mi accorgo che la corda è incastrata e al suo rilascio scivolerò al terrazzino del secondo frazionamento...me la cavo con un pò di paura...in fondo non ho sbattuto da nessuna parte...Per l'ennesima volta diciamo che dovremmo essere quasi arrivati...ma continuiamo a salire...finalmente una saletta con una larga zona sabbiosa....è la sala delle cattedrali, e la descrizione ce lo conferma...so che i "castelli" di sabbia non esistono più, ma non noto nulla che possa far pensare a queste forme, solo un grande spazio sabbioso, e la stanza mi appare abbastanza anonima...ma ti rincuora...la corda che sale sulla sinistra è quella che ci porterà al campo base !!! 15 metri di pozzo e finalmente sulla sinistra un grande spazio al riparo da tutto...E' IL CAMPO BASE !!!
i ricordi dell'epoca sono sparsi per terra, anche qualche lattina di tonno ormai arrugginita...ma non dà fastidio...il profumo dell'impresa è ancora nell'aria..ci sediamo per terra per un meritato riposo. L'orologio segna 7 ore e 15 minuti....

Cavolo ,siamo stati bravi !!! Nel riposo ci guardiamo intorno...gli ambienti sono enormi e le prosecuzioni appaiono molteplici..nella mia mente appare l'idea di proseguire verso il ramo dei polacchi per vedere il mitico pozzo Giovanni...ma è solo una chimera....Anche Andrea pare avere la stessa idea....ma siamo a molte ore dall'uscita e quindi finite le "voglie" ci mettiamo sulla via del ritorno...è passata quasi un'ora...ma ora è tutta discesa e recupereremo il tempo perso
qua.....ma la previsione apparirà sbagliatissima...capiremo e subiremo sulla nostra pelle cosa sono gli armi alla fiorentina....Se in salita notavamo la stranezza degli armi, in discesa la subiremo...Andrea parte per primo, mettiamo Riccardo nel mezzo e io chiudo....








il lasco di corda incastrato sul terrazzino che mi aveva fatto cadere risulterà un pendolo lunghissimo dal quale uscire solo con l'uso della maniglia...Un consiglio di Andrea eviterà in parte a Riccardo questo problema, ma inizia lo spreco di energie....Nello scendere Andrea mi farà notare il virtuosismo fiorentino....mentre salivamo non lo avevo visto....ma mai e poi mai mi sarei aspettato di vedere una piastrina fissata con un fix rovesciato usato come bullone !!! Corde fissate con nodi a "strozzo" direttamente sulla piastrina e tutte, o quasi, le discese nei pozzi con le corde tirate dove è impossibile montare la chiave...mi fà tenerezza lo sguardo di Riccardo che mi chiede come fare...la soluzione non c'è...devi montare il discensore ,scavalcare e scendere con la corda tra le mani...ma la magagna non è finita..il frazionamento è nel vuoto e non esiste ansa per il piede..Riccardo tenta inutilmente di slongiarsi mentre Andrea urla da sotto di montare la maniglia...La stanchezza monta e Riccardo è poco recettivo..alla fine mi ascolta, sposta la maniglia sulla corda di discesa e con una spaccata degna di Carla Fracci riesce a liberarsi...è il mio turno, e pure io riuscirò a slongiarmi solo al secondo tentativo. Problemi ?? no, ma la colonnina delle energie comincia ad abbassarsi....arriviamo al pozzo del tetto, e il suo pendolo finale ci spezza le braccia....ci dobbiamo tirare veramente tanto...scendo pure troppo ed invece che risalire per un metro decido di montare sul terrazzino a forza...e la colonnina chiede un altro tributo...anticipiamo la sosta alla galleria Roversi...siamo senza acqua e dobbiamo rifornirci.....mangiamo l'ultimo panino e via veloci verso l'uscita...siamo alle pisoliti..iniziamo a sentirci fuori...Andrea è già alla base...consiglio a Riccardo di allongiarsi basso vicino al nodo perchè i moschettoni sono troppo alti, ma per qualche strano motivo io mi allongerò al moschettone, dovendo ricorrere definitivamente alla mia riserva di energia...arrivo a pezzi alla base del pozzo ma partiamo subito per la fangaia...Anche Andrea accusa, ma abbiamo voglia di uscire.....faccio rifiatare Riccardo e seguo Andrea...attenderemo Riccardo alla base del pozzo per ben 20 minuti...é stremato, ma è da applausi...la sua esperienza speleologica è bassa ma questa era un uscita veramente tosta e si è comportato da grande..oltretutto la sua stanchezza mi ha fatto comodo perchè pure io ho dolore alle gambe....ci ricompattiamo e via veloci verso l'uscita...ma ci aspetta l'ultimo supplizio...LE SCALE !!! in genere non mi fermo mai, ma questa volta il sacco pesa una tonnellata e le soste saranno ben 4.....anche l'Empoli sembra non finire mai...sono le 2 di mattina e le stelle ci accolgono....arriviamo alle macchine e il pensiero vola a casa...15 ore prevedevo e 15 ore sono state...e con soddisfazione posso girare un'altra pagina del libro..


Marco Oppo " The Goth "